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27 gennaio. Nell'anniversario della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz si commemorano le vittime di uno dei più brutali genocidi della Storia umana. Ebrei, rom, omosessuali, Testimoni di Geova, disabili, antifascisti. Chiunque apparisse come diverso agli occhi dell'ideologia nazifascista doveva essere eliminato.

Quest'anno, in occasione del Giorno della Memoria, a Monza sono state posate tre pietre d'inciampo. Per ricordare tre uomini, tre concittadini, tre vite spezzate dalla violenza dell’Olocausto.

Vincenzo Moino. Originario della provincia di Treviso e reduce della Prima Guerra Mondiale, si era successivamente trasferito a Monza, in Via Spalto Piodo, 8. Il faticoso lavoro di muratore presso la IV sezione della Breda non lo scoraggiava dal dare il suo contributo alla Resistenza, principalmente occupandosi della distribuzione di volantini antifascisti. Il 24 febbraio 1944 fu arrestato, probabilmente a causa di una soffiata, e deportato dalle SS. Morì nel lager di Gusen alle sei del mattino del 31 maggio dello stesso anno, lasciando una moglie e sette figli, dei quali l’ultimogenito – nato durante la sua prigionia – non ebbe mai modo di vedere.

Giovanni Poli. Nato in un paesino della Provincia di Sondrio, abitava a Monza in Via Giovanni delle Bande Nere, 78. Sposato con cinque figli, era operaio presso la Falck Unione di Sesto San Giovanni. Lì, assieme ai compagni di lavoro, prese parte ai grandi scioperi del marzo 1943 e 1944. Fu proprio durante quest’ultimo che venne arrestato e deportato. Trovò la morte il 16 giugno 1944, anche lui a Gusen.

Libero Casarini. Colichese di nascita, viveva in Via Carlo Prina, 2 a Monza, assieme alla moglie e al figlio di cinque anni. Di professione decoratore, era un convinto antifascista, con forti legami nel mondo operaio monzese. Arrestato e deportato all’inizio del 1944, morì il 28 gennaio 1945 nel campo di Ebensee.

Queste sono solo tre tra le moltissime altre tragiche e dolorose storie delle vittime della carneficina nazifascista, che secondo le ultime stime degli studiosi si aggirano attorno al 15-17 milioni. Storie che ci ricordano il vero volto del fascismo: odio, oppressione, disumanità, distruzione, morte.

Negli ultimi tempi stiamo assistendo a segnali molto preoccupanti in Europa. Un nuovo pericoloso rigurgito di ideologie violente, xenofobe e fasciste.

Solo poche settimane fa, per citare uno tra i casi più recenti, a Roma si è tenuto un raduno neofascista con centinaia di partecipanti. Nel frattempo, in Germania risulta secondo nei sondaggi un partito neonazista, e, in generale, le forze politiche di estrema destra avanzano rapidamente in tutti i paesi dell’Unione.

Ora come non mai è essenziale impegnarsi per preservare e tramandare la Memoria delle atrocità compiute dai regimi nazifascisti. Dimenticare significherebbe spianare la strada all’ascesa di una nuova violenta era di fascismo.

Per questo, forti della memoria di Vincenzo, Giovanni, Libero e tutte le altre vittime dello sterminio, dobbiamo continuare a lottare perché anche le generazioni che verranno dopo la nostra possano vivere in un’Europa libera e democratica!

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